Il 6 febbraio 2025, al Teatro Bruno Munari di Via Giovanni Bovio 5 a Milano, riparte la stagione serale del Teatro del Buratto dedicata ai ragazzi e noi siamo molto felici di presentarvela.
In una società ormai dis-perata, nel senso letterale della parola, noi come genitori abbiamo un ruolo sempre più difficile ma cruciale nello sviluppo emotivo dei nostri ragazzi. La tecnologia ha invaso ogni aspetto della vita quotidiana e i nostri figli rispetto a noi sono avanti anni luce. Tuttavia, noi adulti possiamo ancora intervenire sui valori più profondi. I ragazzi hanno tanto bisogno di storie, di strumenti per crescere nello spirito e confrontarsi e, in questo, il teatro può aiutarci e aiutarli moltissimo.
“Il teatro per ragazzi è un racconto che pone delle domande, non dà delle risposte.” – ci dice Renata Coluccini, regista degli spettacoli per gli adolescenti del Teatro del Buratto.
"Per incontrare gli adolescenti è necessario, per noi che facciamo teatro, scoprire il mondo con occhi diversi e introdurre sempre nuovi linguaggi, metterci in ascolto per dialogare sulle urgenze dei più giovani, ma senza mai fare il verso ai ragazzi. E’ una sfida continua che ci riempie di soddisfazioni.”
A volte noi genitori facciamo l’errore di pensare che i nostri figli non siano in grado di affrontare temi difficili, che siano sempre “troppo piccoli” per fare i conti con l’indifferenza, la solitudine e il dolore che purtroppo fanno parte della vita. I ragazzi hanno invece risorse straordinarie. Bisogna però lasciare spazio alla possibilità di scelta: è la lotta che offre speranza al genere umano, che stimola a guardare avanti.
Uno spettacolo di teatro è un percorso di trasformazione per tutti coloro che vi prendono parte: chi “recita” sul palco, chi agisce dietro le quinte, ma anche gli spettatori in sala. Lo spettacolo è un organismo vivo che si modifica replica dopo replica.
Al Munari, questo vale ancora di più per il teatro per ragazzi, dove non c'è solo la condivisione di emozioni fra genitori e figli attraverso lo spettacolo: dopo ogni appuntamento serale, è previsto un momento di dialogo che mette a confronto diretto attori e pubblico.
“I ragazzi si lasciano coinvolgere, esprimono le loro perplessità su ciò che hanno visto, così a volte ti trovi di fronte a certe domande che non ti eri neanche posto…” – afferma Emanuela Spadavecchia, aiuto regista dello spettacolo di debutto della stagione, “Le lacrime di Achille”.
"Allora ti rendi conto che il teatro è uno spazio neutro, in cui i giovani si aprono, un luogo protetto, dove gli adolescenti possono comunicare senza timore di essere giudicati. E capisci che hai raggiunto un obiettivo importante. Perché, alla fine, sei lì per realizzare la loro storia, non la tua.”
Le tematiche degli spettacoli in scena al Teatro Munari per i ragazzi a partire dalla scuola superiore di primo grado sono proprio quelle che toccano la quotidianità dei nostri figli più da vicino: la dicotomia fra forza e fragilità, l’amore, la guerra, un destino già segnato da affrontare, la ricerca della propria strada, l’ansia per il giudizio degli altri, la paura di fallire in una società che ci vuole individui sempre “magnifici”, il desiderio di emancipazione femminile in una società maschilista, il bullismo, la responsabilità delle proprie azioni e le conseguenze per gli altri e per il Pianeta…
Ecco, quindi, che i nostri ragazzi si emozionano di fronte a personaggi memorabili come Patroclo e Achille (“Le lacrime di Achille”, doppio appuntamento: a febbraio e a giugno), con il loro legame incorruttibile, capace di sfidare il tempo e la morte. E ancora, Janis Joplin (“Janis. Take another little piece of my heart”, a maggio), idolo di tanti giovani cresciuti a pane e rock & roll, fragile e forte, vittima dei bulli e modello da seguire, una donna alla ricerca della propria identità artistica e sessuale, in contrasto con i dogmi maschilisti del suo tempo.
Il disagio che provano i nostri figli, a volte, per noi adulti non è semplice da comprendere… Ma quanto è difficile sentirsi a proprio agio in una società che ci vuole sempre perfetti? Basta una scelta sbagliata per passare da vincenti a falliti. Difficile per tutti, anche per un genio come Michelangelo (“Magnifico”, a febbraio). Da profondo conoscitore dell’animo umano, Shakespeare, raccontando con ironia di se stesso e soprattutto delle sue opere, può darci sicuramente qualche consiglio prezioso (“A cup of tea with Shakespeare”, in italiano e in inglese, a marzo).
Da adulti, le scelte che ci troviamo davanti ogni giorno possono essere faticose e non sono mai prive di conseguenze. Ma lo stesso discorso si può e si deve applicare ai ragazzi.
Alcuni stimoli in tal senso ci arrivano dagli spettacoli “Semi” (a marzo), sul tema della fame nel mondo, e “Fashion Victims. L’insostenibile realtà del fashion” (a giugno), incentrato sull’ormai diffuso fast-fashion e lo sfruttamento di persone e risorse che ne deriva. I giovanissimi sono chiamati a sentirsi parte integrante della questione; insieme ai grandi, sono considerati cittadini con un ruolo attivo e una possibilità di scelta, che è anche, per fortuna, speranza di cambiare le cose.
Qualche volta, però, il cuore dei nostri ragazzi di fronte ai dolori grandi del mondo, ad esempio le guerre, proprio non ce la fa e ha bisogno di una tregua… Come la tregua che fecero i giovani soldati inglesi e tedeschi durante l'inverno del 1914, al confine tra la Francia e il Belgio, impantanati in una logorante guerra di posizione combattuta nella disumana condizione delle trincee (“La tregua di Natale”, a marzo). A dispetto di tutto e tutti, si strinsero la mano sui campi di battaglia.
E, allora, quando ce lo chiedono i nostri figli o quando sentiamo che ne hanno bisogno, stringiamo forte le loro mani, abbracciamoli. Come si fa a teatro, accogliamo le loro domande, i loro dubbi, senza giudizio. Proprio adesso che si affacciano all’adolescenza e vedono le loro certezze di bambini venire meno… cerchiamo "semplicemente" di essere lì per loro.