L’uso del digitale ha rivoluzionato i nostri stili di vita e comportamenti.
Soprattutto negli ultimi dieci anni, attraverso l’imponente diffusione di smartphone e social-network, certe mode e tendenze hanno preso il sopravvento e anche la condivisione pubblico-privato ne ha risentito in modo significativo.
Ormai noi genitori abbiamo incominciato a prendere consapevolezza delle conseguenze negative che l’uso prolungato dei dispositivi digitali ha sui nostri figli.
Per dare un parere qualificato sul tema alla community di mamme e papà che ogni giorno segue facilebimbi, abbiamo voluto interpellare la Dottoressa Marta Baschirotto, Psicologa e Psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico transculturale, che da anni si occupa di clinica con bambini, adolescenti, giovani-adulti e genitori.
Ecco qui per le famiglie il suo contributo sull'argomento.
Gli effetti negativi dei dispositivi tecnologici, dai disturbi del sonno al sovrappeso e all’obesità dovuta all’eccessiva sedentarietà, dall’affaticamento della vista e aumento delle miopie in età precoce alla graduale perdita dell’udito, dai dolori al collo per le posture scorrette ai disturbi del linguaggio, dell’apprendimento e dell’attenzione, alla dipendenza psicologica dai device tecnologici all’isolamento sociale, possono essere frequenti nei ragazzi che si affacciano alla preadolescenza, e oramai diversi studi lo confermano.
Ciò nonostante, è diventato sempre più difficile per le famiglie non concedere momenti di svago con smartphone e tablet, che i bambini imparano a conoscere sin dalla più tenera età: i nostri figli rimangono letteralmente travolti dal potere “magnetico” e attrattivo che questi dispositivi hanno.
Crescendo, la questione diventa ancora più complessa: pensiamo a ragazzi e ragazze di 11 anni che iniziano la scuola secondaria di primo grado, vanno a scuola da soli e hanno il fisiologico bisogno di avere contatti con i propri amici. La scuola stessa, negli anni dopo la pandemia COVID 19, ha richiesto e incentivato l’uso del digitale nella didattica, sia per lo svolgimento dei compiti a casa (si pensi per esempio a Google Classroom, al registro elettronico, all’uso di video istruttivi presi direttamente da YouTube).
Anche se come genitori siamo per tante ragioni contrari a dare il telefono cellulare ai nostri figli, è proprio difficile “resistere” in un mondo che sembra andare in direzione opposta!
In realtà qualcosa di interessante sta accadendo da circa due anni: inizialmente alcuni genitori particolarmente preoccupati degli effetti nocivi dei dispositivi digitali hanno costituito in forma spontanea dei gruppi di confronto per condividere delle buone prassi. Questa esperienza è accaduta e sta tuttora accadendo in diverse città d’Italia attraverso il movimento dei “Patti Digitali” (www.pattidigitali.it). A Milano dal 2022 si è creato il movimento “Aspettando lo smartphone” (www.aspettandolosmartphone.it) che ha portato alla stipula di veri e propri Patti tra scuole e famiglie, sia nella città stessa che al di fuori.
Al di là di iniziative spontanee dai territori, anche le Istituzioni si stanno muovendo. La questione è complessa e talvolta i movimenti istituzionali hanno prodotto anche qualche critica da parte di autorevoli esperti in materia.
Si pensi alla circolare firmata nel luglio 2024 dal Ministro dell’Istruzione Valditara che prevede il divieto assoluto dell’utilizzo dei telefoni cellulari durante il tempo scolastico sia nelle scuole primarie che nelle secondarie di primo grado.
Specialisti esperti in materia come Daniele Novara (pedagogista) e Alberto Pellai (psicoterapeuta e medico) sono scesi in campo in maniera congiunta nel settembre 2024 con una raccolta firme da presentare al Governo per richiedere il divieto di possedere e utilizzare uno smartphone prima dei 14 anni e di utilizzare i social-network prima dei 16 (https://www.change.org/p/stop-smartphone-e-social-sotto-i-16-e-14-anni-ogni-tecnologia-ha-il-suo-giusto-tempo).
Si tratta di una posizione molto netta, basata sull’enorme impatto da loro osservato in questi anni sul disagio e sui disturbi fisici e mentali provocati dalle nuove tendenze di comportamento digitale. E come capita per ogni posizione netta, non sono mancati pareri contrari di altri esperti in materia: è difficile “fermare un fiume in piena”, l’impatto non è indolore, ma è importante che se ne inizi a parlare e, in qualche modo, porre degli argini a questa rivoluzione silenziosa, che tanto silenziosa non è.
Forse non tutti sanno che a Milano le famiglie non sono sole.
La città si sta muovendo e interrogando e lo ha fatto attraverso un confronto e una ricerca che ha visti coinvolti tra gli altri il Comune di Milano, l’Università Bicocca, l’ATS, l’Ufficio Scolastico Territoriale, la Polizia Locale, la Sicupp Lombardia – Pediatri.
Attraverso la ricerca condotta dal Prof. Marco Gui del Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università Bicocca e la risposta a un questionario veicolato dalle scuole milanesi su circa 15000 soggetti e famiglie, si è giunti alla realizzazione di un prezioso documento presentato lo scorso 10 ottobre alla Digital Week di Milano: le “Raccomandazioni di Milano per il benessere e la sicurezza digitale di bambini, bambine e preadolescenti”.
Le Raccomandazioni, il cui testo completo è scaricabile a questo link https://www.partecipami.it/infodiscs/getfile/19892, sono riassumibili in questi 8 punti:
- Consapevolezza degli adulti (intesa come responsabilità, comportamento digitale degli adulti che non può essere lasciato al caso, perché preso ad esempio dai figli, ma anche come necessità per i genitori di sviluppare competenze digitali critiche, in genere carenti)
- Autonomia digitale crescente e fase specifica (gli usi che i ragazzi fanno dei dispositivi devono essere creativi e critici e, l’autonomia, calibrata in relazione all’età e alla fase evolutiva che attraversano)
- Osservanza delle indicazioni delle fonti istituzionali già esistenti (ad esempio: rispetto delle indicazioni della classificazione PEGI per i videogiochi, delle leggi esistenti in relazione all’utilizzo dei social, della privacy…)
- No alla libera connessione fino ai 14 anni (parental control)
- Attività motorie per bilanciare il tempo schermo (rispetto delle indicazioni dei pediatri per il bilanciamento del tempo schermo con le attività di sviluppo psicomotorio consigliate per ogni fascia di età)
- Sviluppo delle competenze digitali con la guida di un adulto (necessità di accompagnare i nostri ragazzi per mano nel mondo digitale attraverso una stretta collaborazione fra scuola e famiglia)
- Attenzione ai compiti a casa su Internet (sarebbe preferibile un’unica piattaforma. Invito al personale docente a porre annunci e comunicazioni sul registro elettronico in orario scolastico, per garantire a studenti e famiglie il diritto alla disconnessione)
- Collaborazione tra mondo educativo, sanitario e sociale (messaggi convergenti dovrebbero essere veicolati dal pediatra di famiglia, dal medico di medicina generale, dalle associazioni sportive e culturali, dagli oratori… anche per il riconoscimento di eventuali patologie)
Queste raccomandazioni rappresentano un prezioso punto di arrivo ma anche una base di partenza per le famiglie e la comunità educante milanese. Si tratta di un approccio che vuole accompagnare a una maggiore consapevolezza del mondo digitale per aiutare gli adulti a non lasciare soli bambini e ragazzi in un momento così particolare del loro percorso evolutivo.
Come per altre questioni legate alla crescita dei figli, è importante tenere con loro un canale di dialogo aperto che li aiuti a formare un proprio pensiero critico riguardo al mondo tecnologico che ci circonda e talvolta li travolge. Ogni figlio e figlia è unico nel proprio carattere e personalità e le medesime scelte educative possono portare a reazioni e impatti molto diversi, il difficile sta proprio nel cercare la sintonizzazione con il loro modo di funzionare e creare un buon rapporto di reciproco ascolto.
Per questioni delicate come quella digitale, è bene a Milano per i genitori non rimanere isolati: troviamo il modo di confrontarci sempre con altre famiglie, creiamo strategie comuni e pensiamo a momenti alternativi all’uso del digitale per i nostri ragazzi.
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Dottoressa Marta Baschirotto
Psicologa e Psicoterapeuta ad orientamento psicodinamico transculturale, si occupa di clinica con bambini, adolescenti, giovani-adulti e genitori. Lavora da più di 20 anni a Milano, in contatto con diverse realtà pubbliche, scuole e privato sociale. Attualmente collabora con il Consultorio Familiare di viale Restelli, il Centro PsicoPedagogico operante con alcune scuole primarie e secondarie del Municipio 3 sostenuto dall’azienda Bracco e privatamente nel Centro Niguarda, studio multidisciplinare dedicato principalmente a bambini, adolescenti e famiglie.
www.centropsicoterapianiguarda.org | CPP Bracco, sede di Milano