Un bambino molto vivace, impulsivo, costantemente su di giri, che fatica a concentrarsi e a seguire le regole imposte, che non sta mai fermo, sempre pronto a passare da un’attività all’altra è definito al giorno d'oggi un bambino “iperattivo”. L’iperattività è dunque una malattia? Sul tema ci sono pareri contrastanti.
ADHD è l’acronimo inglese di Attention Deficit Hyperactivity Disorder, che indica secondo gli esperti un Disturbo da Deficit di Attenzione ed Iperattività, con o senza impulsività. Il disturbo avrebbe un’origine genetica.
L’iperattività, intesa come patologia, implica un’eccessiva attività motoria, la sensazione che un bambino sia “sotto pressione”, insofferente, una loquacità intensa; tutti comportamenti che si manifestano in momenti e situazioni in cui non sono appropriati. L’impulsività può esprimere un desiderio di immediata ricompensa, che si traduce in comportamenti invadenti, come interrompere gli altri in modo eccessivo, o prendere una decisione importante senza riflettere sulle sue possibili conseguenze. Tali manifestazioni si presentano in più di un contesto, ad esempio in famiglia, a scuola, in palestra, con i nonni, ecc…
Ai neuropsicologi esperti di ADHD si oppongono tutti coloro – e non sono pochi – che considerano il comportamento iperattivo di questi bambini una diretta conseguenza dell’incapacità dei loro genitori di gestirli e, in sostanza, di educarli a muoversi e ad agire correttamente nei vari contesti sociali.
Noi di facilebimbi siamo convinti che non si debba generalizzare. Per ogni bambino che si comporta in questo modo, qualora i genitori lo ritengano opportuno e su consiglio del pediatra, deve essere fatta una valutazione specifica da parte di professionisti, per capire a fondo la natura del problema.
A volte ci sono dei fattori familiari che possono essere causa dell’iperattività nei bambini:
- Aspettative troppo alte da parte dei genitori: performance e risultati in alcune famiglie contano più di ogni altra cosa. Capita quindi che i bambini possano, a livello più o meno conscio, cercare delle scappatoie alle regole e ai percorsi prestabiliti mettendo in atto comportamenti "anomali".
- Mancanza di tempo libero: nella vita del bambino ci sono troppe attività, troppo strutturate. Non c’è spazio per il gioco libero e così il bambino continua a distrarsi per dar modo al suo cervello di trovare luoghi “altri” per rigenerarsi e produrre nuova energia.
- Ipercontrollo e iperprotezione da parte dei genitori, oppure indifferenza: alcuni bambini si sentono in gabbia, costretti dai doveri imposti dai loro genitori, così cercano di liberarsi e di scappare – non stanno mai fermi forse perché sono in fuga – altri sono come abbandonati a sé stessi, perché i loro genitori hanno sempre tante cose da fare e non prestano loro attenzione, in questi bambini il livello di autostima è molto basso.
- Tensioni in famiglia: urla, discussioni, stress, ansia… A volte il bambino è distratto e non obbedisce perché si rifugia in un suo mondo immaginario, di gran lunga preferibile rispetto a quello reale.
In presenza del disturbo di ADHD sono state riscontrate differenti caratteristiche neurobiologiche che si traducono in un deficit nel comportamento inibitorio, nella regolazione emotiva, nei livelli di attenzione e nei processi che governano le risposte motorie. In genere, in questi casi, i fattori familiari possono aumentare la probabilità che il disturbo si manifesti in tutta la sua gravità.
Con l’emergenza sanitaria legata al Covid e le restrizioni che ne sono derivate, anche i genitori di bambini con problemi di iperattività si sono trovati da un giorno con l’altro a non poter portare i loro figli fuori da casa, a scuola, nei parchi, nelle palestre, negli oratori: tutte le abitudini consolidate nei mesi o negli anni sono state di colpo interrotte, incluse le relazioni con i compagni di gioco, gli insegnanti, i parenti e, per chi era in cura per l’ADHD, con i terapisti. lo stare insieme ai genitori e ai fratelli 24 ore su 24, 7 giorni su 7 ha causato per molti bambini iperattivi la disregolazione del ritmo sonno-veglia, che già normalmente non è ben regolato nell'ADHD. Come risultato, i bambini iperattivi possono aver sperimentato un aumento dei sintomi depressivi e di ansia e gravi livelli di conflitto familiare.
Ora la scuola è ricominciata, con tante difficoltà per tutti i bambini, e ancora di più per questi bambini che hanno bisogni speciali e per i loro genitori. Nei casi di ADHD particolarmente gravi, è previsto un sostegno, ma in molte scuole della Lombardia migliaia di posti per gli insegnanti di sostegno sono ancora vacanti…
Insomma, sono tempi difficili per chi soffre di questa patologia. E' necessario uno sforzo ancora più grande da parte dei genitori per mettere in atto tutte quelle "strategie" che consentono di limitare i conflitti, pianificare le routine, tenere occupati i bambini e aiutarli a seguire e a far proprie le regole, individuando anche degli spazi della casa per calmarsi e ricaricarsi.
Ci rivolgiamo direttamente alle famiglie che vivono e si confrontano quotidianamente con questa problematica.
Anche se per voi la strada è tutta in salita, non lasciatevi abbattere – nessun genitore è perfetto. Trovate il tempo e lo spazio per fare ogni giorno una piccola cosa anche per voi stessi, non solo per i vostri figli. E, soprattutto, condividete le vostre esperienze con altri genitori che hanno gli stessi vostri problemi. Abbiate sempre fiducia nelle vostre capacità.
E, se non conoscete ancora la sindrome ADHD, ma pensate che possa esservi utile saperne di più, qui sotto trovate qualche link per info, suggerimenti e supporto: