Oggi che tutti vogliamo giustamente essere parte integrante e integrata di questo mondo, anche la Mattel ha sentito l'esigenza - perseguendo una precisa strategia di marketing - di creare una linea di bambole inclusive, senza distinzioni di genere. Nasce così Creatable Word, la nuova linea del brand di bambole più famoso di tutti i tempi fatta di Barbie che non sono spiccatamente maschi o femmine, se non negli accessori mescolabili a piacere: dalle parrucche lunghe e corte ai look femminili e maschili, da utilizzare in alternanza. Non hanno né seno, né spalle larghe, e non sono truccate, niente di più lontano dal prototipo della Barbie di sempre, che da quando è nata, il 9 marzo 1959, rappresenta un modello di donna bionda, snella e formosa, perfetta in tutto e per tutto, ma secondo i canoni di 60 anni fa.
La Mattel già da un po’ di tempo sta cavalcando proprio il tema dell’imperfezione, ad esempio con un’altra linea, Fashionistas, che rappresenta donne con corporature tutt’altro che standard e misure che riflettono quelle delle donne vere. Questo di Creatable World è l’ulteriore passo avanti della Mattel, che ha sdoganato un nuovo tabù, dopo aver affrontato temi delicati come quello della magrezza, della malattia e della disabilità.
Una bambola senza genere fa bene ai bambini che hanno un contesto familiare più tradizionale? Di certo riflette una società che è cambiata.
Secondo noi è importante che tutti i bambini possano riprodurre nel loro gioco simbolico le relazioni che si trovano di fronte tutti i giorni, all’asilo, a scuola. Per esplorare, per comprendere e per imparare, anche attraverso le opportunità di conoscenza e di gioco offerte da una bambola.
Per le mamme della nostra generazione vedere Barbie così “cambiata” è forse un po’ spiazzante? Dobbiamo abituarci al mondo che cambia continuamente, perché i nostri figli sono già cambiati e tocca a noi correre (come sempre) per stare dietro a loro.